«Tutto ciò che può fare molto bene, in una dose eccessiva, si trasforma in un veleno».
Ippocrate
Il disturbo da accumulo, ovvero la compulsione a trattenere gli oggetti senza mai riuscire a buttarli via, definita anche hoarding disorder o disposofobia, è una delle forme più bizzarre di patologia psicologica.
La persona che soffre di questo problema tende a conservare ossessivamente ogni cosa, qualunque oggetto dal quale, per qualche motivo, non vuole e non riesce a separarsi.
Il termine disposofobia significa letteralmente “paura di buttare”, dall’inglese to dispose, “gettare”, “disfarsi (di qualcosa)”, con fobia, dal greco phóbos, “paura”.
I pazienti che vivono questa condizione tendono a conservare una notevole quantità di oggetti inutili, come ad esempio, riviste e giornali vecchi, spazzatura, pacchetti di sigarette vuoti, vestiti, ecc. Il pensiero tipico dell'”accumulatore seriale” è: “un giorno o l’altro potrebbe servire”.
Di recente, la spettacolarità di questo problema ha attirato l’attenzione dei media, con la messa in onda su Real Time del reality “Sepolti in casa”, uno dei programmi più assurdi e raccapriccianti che si siano mai visti.
Questa serie si focalizza sulle vicende personali degli hoarder. Ogni episodio viene dedicato a due diverse storie in cui i protagonisti vengono aiutati da uno psicoterapeuta a rendere nuovamente agibili gli spazi abitativi, liberandosi di tutti i beni inutili accumulati nel corso degli anni.
Il disturbo da accumulo è oggi più diffuso di quanto si pensi e non riguarda solamente persone povere o disagiate. Molti soggetti che ne soffrono sono infatti intelligenti, creativi e anche molto interessati ai rapporti con gli altri.
L’hoarding disorder, tradotto in italiano come disposofobia o disturbo da accumulo, è caratterizzato dalla tendenza ad accumulare oggetti in maniera patologica o disfunzionale.
Questo problema è definito come:
a) l’acquisizione e il fallimento nel liberarsi di un gran numero di beni, apparentemente inutili o di limitato valore;
b) spazi vitali ingombrati al punto tale da precludere le attività per le quali sono stati inizialmente progettati;
c) disagio significativo e compromissione del funzionamento sociale e lavorativo dovuti all’accumulo.
Attualmente il DSM-5 distingue il disturbo da accumulo come categoria diagnostica a sé stante, inclusa all’interno del capitolo sui Disturbi Ossessivo-Compulsivi, ma separata da essi.
L’inclusione all’interno di questo capitolo sottolinea le analogie tra le due condizioni cliniche, anche se i risultati della mole di lavori svolti in questo ambito hanno mostrato come vi possano essere forti associazioni anche con altre condizioni cliniche, in particolare la depressione e l’ansia, così come peculiarità specifiche dell’accumulo, che ne motivano la distinzione da altri disturbi.
Il Centro di Terapia Strategica di Arezzo lavora ormai da molti anni nel trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo.
All’interno del libro di Giorgio Nardone e Claudette Portelli: “Ossessioni compulsioni manie: capirle e sconfiggerle in tempi brevi” (Milano, Ponte alle Grazie, 2013), viene riportato un caso emblematico riguardante un uomo che tratteneva compulsivamente riviste e quotidiani per non perdere notizie e fatti importanti.
Negli anni, aveva completamente riempito tutte le stanze della propria casa, tranne la cucina e la camera da letto, ed aveva portato la moglie a una tale esasperazione da costringerla a lasciarlo.
Dopo aver indagato nel dettaglio il funzionamento del suo disturbo, Giorgio Nardone, alla fine della prima seduta, gli prescrisse la manovra seguente: “Ogni giorno, appena sveglio, lei dovrà iniziare ad ordinare i suoi giornali come quando si organizza un archivio… Dovrà classificarli per annata, mese e settimana, oltre che per testata e, mentre procede, lasci un segno visibile sui titoli di particolare rilevanza, ordinandoli in una scala di importanza da tre a uno… Dovrà rendere la sua casa una sorta di biblioteca benedettina, dove ogni scritto è archiviato in modo da permettere un’immediata consultazione”.
Alla seconda seduta, l'”archivista” si presentò soddisfatto e affermò che era stato talmente preso dal suo lavoro di riordino da dimenticarsi completamente di acquistare nuovi giornali e riviste. Era la prima volta da anni che non comprava assolutamente nulla!
Il lavoro di archiviazione procedette per circa quattro mesi, durante i quali l’uomo trasformò la sua casa in un vero e proprio archivio organizzato di oltre dieci anni di giornali e riviste.
Quando il lavoro fu terminato, il paziente invitò la moglie a vedere l’opera compiuta e i due tornarono insieme.
All’incontro di controllo, la coppia informò Giorgio Nardone di aver donato l'”archivio delle informazioni” alla biblioteca comunale.
All’interno dell’articolo di approfondimento che ho scritto sul tema del trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo in Terapia Breve Strategica, puoi trovare una mia breve recensione del testo di Giorgio Nardone e Claudette Portelli “Ossessioni compulsioni manie: capirle e sconfiggerle in tempi brevi” (Milano, Ponte alle Grazie, 2013).
È un libro che consiglio vivamente di leggere perché permette di comprendere molto bene come si formi e si mantenga nel tempo qualunque forma di disturbo ossessivo-compulsivo, ma anche e soprattutto, come sia possibile risolvere questo problema in tempi brevi, solitamente nell’arco di dieci sedute.
Un altro testo molto carino, che ci insegna come mettere ordine tra i vari oggetti e cianfrusaglie che invadono il nostro ambiente, è quello di Marie Kondo: “Il magico potere del riordino: il metodo giapponese per riorganizzare i nostri spazi e la nostra vita” (Milano, Vallardi, 2014).
L’autrice, una consulente domestica, ha cominciato a leggere riviste per casalinghe all’età di cinque anni e, a quindici, ha iniziato a portare avanti un vero e proprio studio sul riordino, un’attività che ci permette di prendere coscienza di ciò che conta davvero nella nostra vita e di ciò che invece, bisognerebbe lasciarsi alle spalle.
Marie Kondo sostiene come, iniziando a mettere ordine nella propria casa, si cambi drasticamente la forma mentis e il modo di vivere la propria esistenza.
Quando una persona sperimenterà per la prima volta l'”ordine perfetto”, subirà una vera e propria metamorfosi, tanto da non voler mai più tornare alla situazione precedente di disordine.
L’autrice fornisce molti consigli utili per riordinare la propria casa, quali ad esempio, sistemare tutto velocemente e in maniera definitiva, esaminare una categoria alla volta, buttare prima via ciò che non serve e, solo successivamente, trovare una collocazione per ciò che rimane, conservare solo quello che davvero ci emoziona, non rifilare ad altri quello di cui non abbiamo bisogno ecc.
Per approfondire ulteriormente questo tema, a questo link puoi trovare un’interessante recensione del libro da parte del collega Luca Mazzucchelli.