Eiaculazione precoce: quando lui ha l’orgasmo troppo presto

Eiaculazione precoce

«Le disfunzioni sessuali maschili: la ricerca di una volontaria spontaneità che conduce a un piacere mancato».

Elena Boggiani

 

Probabilmente, a tutti gli uomini è successo, almeno una volta nella vita, di avere un orgasmo troppo presto.

Nell’eiaculazione precoce, lo sperma fuoriesce prima, o pochi secondi dopo, la penetrazione del pene nella vagina, un inconveniente che interessa soprattutto persone giovani e sessualmente inesperte, magari le prime volte che fanno l’amore con una nuova partner.

Nell’ultimo decennio, l’eiaculazione precoce è diventata un problema sempre più frequente tra i disturbi sessuali maschili, tanto da insidiare seriamente il primato della difficoltà di erezione.

Per lungo tempo tuttavia, la precocità non è stata considerata un problema, anzi, poteva essere vista come una positiva manifestazione di virilità e, nonostante oggi la psicopatologia della funzione sessuale la consideri un sintomo di impotenza, vi sono uomini che non immaginano di avere alcuna compromissione.

I fattori che intervengono nello stabilire il livello di gratificazione di un rapporto sessuale sono sempre numerosi ed è anche possibile che ciò che la fisiopatologia classica considera inadeguato risulti in realtà, per alcuni, particolarmente gradevole.

Fra le fantasie erotiche dell’uomo e della donna infatti, figura anche il rapporto fugace e improvvisato, la cosiddetta “sveltina”, che non può certamente essere considerata un problema di eiaculazione precoce.

Spesso l’uomo avverte la propria inadeguatezza solamente in relazione al piacere della partner, pertanto il suo ruolo di maschio potrebbe essere messo in discussione dall’incapacità di far godere quest’ultima.

In molti casi di eiaculazione precoce, i pazienti non riferiscono alcuna insoddisfazione sessuale, ma affermano di aver ritenuto necessario ricorrere ad uno specialista per via delle continue sollecitazioni  da parte della propria compagna.

 

Criteri diagnostici dell’eiaculazione precoce

Secondo il DSM-5, per eiaculazione precoce, si intende una persistente o ricorrente eiaculazione che segue una minima stimolazione sessuale e che avviene, in ogni caso, prima che il soggetto lo desideri.

A volte l’eiaculazione è così rapida che avviene ai primi contatti sessuali (eiaculazione precipitata), oppure insorge non appena si decide di effettuare la penetrazione (eiaculazione ante portas),  o ancora subito dopo quest’ultima (eiaculazione post immissio), quale risposta immediata alle sensazioni di calore e morbidezza evocate dal contatto con le pareti vaginali.

Viene inoltre distinta in primaria o secondaria, rispettivamente se si è manifestata fin dall’inizio dell’attività sessuale del soggetto o se è intervenuta in un secondo momento, dopo un periodo di attività sessuale soddisfacente.

Si parla poi di disturbo generalizzato o situazionale, a seconda che sia sempre presente nell’attività sessuale dell’uomo o soltanto in relazione a determinate attività o partner.

Il clinico inoltre, dovrà tenere in considerazione i fattori che influenzano la durata della fase di eccitazione, come l’età, la novità della partner o della situazione, e la frequenza recente dell’attività sessuale.

Con l’esperienza, molti uomini risolvono questo problema senza necessariamente dover ricorrere ad una terapia, quando però il disturbo da eiaculazione precoce diventa persistente nel tempo, si rende necessario chiedere un aiuto specialistico.

 

Il trattamento dell’eiaculazione precoce in terapia breve strategica

Solitamente, quando una persona si presenta in terapia con un problema di eiaculazione precoce, ha già tentato da tempo di fare qualcosa per cercare di risolverlo.

Spesso la sua tentata soluzione fondamentale è quella di cercare volontariamente di ritardare l’eiaculazione, ottenendo però in questo modo il risultato opposto, cioè quello di renderla ancora più precoce.

Il paziente, sentendosi continuamente inadeguato nei confronti delle aspettative della propria partner, maturerà in sé la convinzione di essere incapace sessualmente.

La Terapia Breve Strategica, in questi casi, applica una manovra di intervento che può apparire per certi versi bizzarra e assurda, ma che ha dimostrato di funzionare bene e rapidamente, tanto che a volte il disturbo si risolve in una singola seduta.

Poiché la maggior parte dei problemi umani funziona sulla base di una logica non ordinaria, per risolverli si renderà necessario ricorrere a stratagemmi terapeutici che ne ricalchino la medesima struttura e in particolare, con chi soffre di eiaculazione precoce, si utilizza una prescrizione basata sulla logica della credenza, volta cioè a cambiare la percezione che il paziente ha di se stesso e della sua patologia.

 

La logica della credenza applicata a chi soffre di eiaculazione precoce

All’interno di un percorso di Terapia Breve Strategica, in genere si suggerirà alla persona, in prima seduta, di mettere in atto, per due settimane, un esperimento terapeutico: “Di qui a quando la rivedo, dovrà avere più rapporti sessuali e tutte le volte dovrà finire il primo rapporto nel modo più rapido possibile, senza indulgere il preliminari… Dopo che avrà concluso il primo rapporto, aspetti circa mezz’ora, nella quale la invito a fare le coccole alla sua compagna… Successivamente, dovrà avere un secondo rapporto sessuale, vediamo se sarà come il primo o differente” (Nardone, Rampin, 2005).

Il paziente, in questi casi, torna generalmente con due possibili tipi di risposta: o non ha mai avuto un secondo rapporto perché il primo ha funzionato così bene da non aver avuto bisogno del secondo, oppure vive quest’ultimo in maniera veramente sensazionale.

Mano a mano che si procede con la terapia, miglioreranno sia il primo che il secondo rapporto, quindi egli inizierà a strutturare la credenza di essere sessualmente capace e bloccherà le tentate soluzioni fallimentari che in passato avevano creato il suo problema.

Questa prescrizione, attraverso un sottile autoinganno, mette dunque il soggetto nella situazione di avere un rapporto sessuale naturale, senza forzature o interferenze della volontà, poiché facendogli spostare l’attenzione dalla prima alla seconda penetrazione, gli consentirà di sperimentare un calo dell’ansia legato alla prima eiaculazione, con conseguente aumento del periodo di latenza.

Inoltre, poiché questa seconda penetrazione avverrà in un clima di maggiore serenità e in un contesto psicofisiologico caratterizzato da una qualità diversa dell’eccitazione, modificato dalla prima eiaculazione, la persona otterrà sicuramente un differimento del tempo dell’orgasmo.

 

I miei consigli di lettura sul tema dell’eiaculazione precoce

Se vuoi approfondire ulteriormente questo argomento, ti consiglio di leggere il mio articolo sulla difficoltà di erezione, in cui puoi trovare una breve recensione del libro: La mente contro la natura. Terapia breve strategica dei disturbi sessuali” (2005, Milano, Ponte alle Grazie), un testo di Giorgio Nardone e Matteo Rampin, che riassume anni di lavoro del Centro di Terapia Strategica di Arezzo con l’eiaculazione precoce e altri problemi riguardanti la sfera sessuale.

Puoi eventualmente anche guardare questa intervista di Cristina Di Loreto a Elena Boggiani, coautrice insieme a Giorgio Nardone e Elisa Balbi del libro “Il piacere mancato. I paradossi del sesso nel nuovo millennio e la loro soluzione” (Milano, Ponte alle Grazie, 2020).

 

Bibliografia

  • American Psychiatric Association (2014): “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5”. Raffaello Cortina Editore.
  • Nardone, G. Rampin, M. (2005): “La mente contro la natura. La terapia breve strategica dei disturbi sessuali”. Milano, Ponte alle Grazie.
  • Nardone, G. con Balbi, E. (2008): “Solcare il mare all’insaputa del cielo. Lezioni sul cambiamento terapeutico e le logiche non ordinarie”. Milano, Ponte alle Grazie.
  • Nardone, G. Balbi, E. Boggiani, E. (2020): “Il piacere mancato. I paradossi del sesso nel nuovo millennio e la loro soluzione”. Milano, Ponte alle Grazie.